LA DIDATTICA SITUATA

CARATTERISTICHE

La didattica situata è un sistema di mediazione formativa. Essa è:

  • contestuale e sistemica, ovvero localmente situata: si attua nel luogo, che risulta essere significativo e attento alle relazioni interne tra la/le comunità e i contesti culturali, sociali, economici. Non è chiusa ma aperta a contesti allargati, in questo senso non è lineare, ma reticolare e genera connessioni.
  • innovativa e costruttiva, in quanto attinge alle risorse presenti (culturali, sociali, economiche) agendo per prospettare scenari futuri, basati sulla progettualità e sulla discussione e condivisione dei soggetti che intervengono nella pratica
  • olistica, in quanto riconosce tutte le dimensioni educative (costruzione del sé, relazione con gli altri, rapporto con la realtà naturale e sociale – intese come competenze chiave) e su queste fonda le scelte di metodo, di contenuto, di modalità di relazione e di organizzazione delle strutture.
  • integrata, in quanto consente di agire per problemi situati e per approcci trasversali, dove l’insieme dei saperi concorrono ad offrire visioni plurali e flessibili di una o più situazioni
  • orientata ai processi e quindi propone contesti di apprendimento di tipo esperenziale e partecipativo
  • etica e inclusiva in quanto è orientata ai valori e si rivolge a tutti e per tutta la vita.

Gli elementi che caratterizzano la didattica situata stanno nella definizione di luoghi esperti.

La logica dei luoghi esperti  richiede la capacità di riuscire ad interpretare in chiave progettuale la porzione di territorio che sia portatrice di significati e di senso. Questa capacità coinvolge la comunità che vi vive, dipende dalla sua cultura, dai suoi orizzonti di valori, dalla sua abilità di pensarsi, di immaginarsi, di condividere decisioni, scelte, impegni.

Il luogo esperto, sia esso limitato ad un sito o si ampi spazialmente (passando dall’interno all’esterno) mulino, castello, parco, sentiero, ambito naturalistico, ma anche una zona urbanizzata, produttiva, fortemente antropizzata, … deve caratterizzarsi per la possibilità di offrire esperienze di affezione, che siano emotivamente significative  e altrettanto dialogiche. L’interazione tra i soggetti partecipanti all’esperienza in un luogo esperto, gli animatori/conduttori della stessa, l’oggetto culturale su cui essa si fonda, devono riuscire a creare una situazione che sia fortemente motivante e coinvolgente.

Si tratta di creare un processo dinamico che, basandosi sulla teoria del territorio inteso come sistema vivente (e quindi in continua trasformazione), sviluppi competenze non solo cognitive (di conoscenza, dei saperi, del passato/presente), ma competenze affettive e motivazionali per sviluppare la partecipazione e l’operatività.

In questo processo dinamico le matrici relative al patrimonio ricevuto e che viene veicolato, diventano elementi flessibili e adattabili alle esigenze dei singoli e/o dei gruppi e contemporaneamente costruiscono le prospettive del futuro senza per questo tradirne la legittima eredità.

I luoghi esperti sono quindi luoghi di restituzione, dalla comunità per la comunità allargata, dove capire e comprendere diventano azioni centrali.

Punti di forza nella didattica situata che si possono evidenziare sono:

  • interpretare il territorio, saperlo leggere e analizzare. Ciò può essere esplicitato attraverso questi indicatori:
    • imparare a vedere (scoprire e utilizzare tutti i canali percettivi per analizzare un luogo, scoprire le tracce materiali e immateriali, dai luoghi ai nomi, alla lingua, ai saperi, alle espressioni culturali e  artistiche)
    • imparare ad apprendere (attraverso l’acquisizione di modalità di ricerca, attraverso il fare, provare, sperimentare, attraverso l’esempio –l’essere apprendisti-, …)
    • imparare ad essere (attraverso l’assunzione di ruoli e di compiti attivi e situati, dove il soggetto possa esprimersi non solo come fruitore/spettatore, ma come attore che in quel territorio si può riconoscere e collocare)
  • contestualizzare la proposta didattica attraverso la costruzione di ambienti di apprendimento e di situazioni nelle quali i soggetti (siano essi bambini, giovani, adulti, famiglie…) riconoscono i limiti peculiari e i segni che ne determinano i diversi vissuti. Proprio perché ben delimitati essi diventano motivanti (e comprensibili) e leggibili, pretesti sui quali costruire conoscenze, competenze e valori.
  • comunicare il proprio territorio, valorizzarlo, promuoverne la cultura e i saperi, narrare la storia delle cose e delle persone, documentando, producendo e distribuendo oggetti e azioni culturali nella logica di un sapere sempre più diffuso
  • integrare costruendo sinergie, partenariati, scambi, reti che costituiscono la base strutturale di una pratica ecomuseale e dell’azione delle sue cellule.

(di  G. Massaro -  CTS  "Ecomuseo  Lis  Aganis")

Clicca qui per accedere